A Biagio, Carlo, Franca, Lucia, Rocco e Tonino, vorrei dedicare questo mio grande traguardo, spero siate fieri di me.


Se state leggendo questi ringraziamenti, probabilmente o sono morto o mi sono laureato, vista la situazione però, è più probabile il primo caso.

Potrà sembrare banale, però vi giuro, non mi sembra vero.

Partiamo dal presupposto che non ho la più pallida idea di come si scrivano dei ringraziamenti quindi, potrebbero essere brutti o incredibilmente banali, cercherò quindi di fare il meglio possibile.

Buona lettura e spero di suscitare sorrisi e lacrime, un po’ come quando piove ma c’è il sole, non so se mi sono spiegato. 

A Mamma e Papà, che nel caso in cui non dovessero riconoscersi in questi ringraziamenti, chiamerò Anna e Pino o Pinuccio, questo dipende esclusivamente da chi legge: se sei di Bari leggi Pinuccio, altrimenti Pino.
A voi, Pino ed Anna, devo davvero dire grazie, per quello che siete riusciti a fare con me, rendendomi l’uomo che sono o se non proprio un uomo, almeno un palmipede con i pollici opponibili. Mi siete stati accanto, mi avete supportato e sopportato in ogni momento, credendo in me più di chiunque altro, anche quando nessun altro, me compreso, l’avrebbe fatto.
Mi avete insegnato cos’è il rispetto, la dedizione (anche se su questa forse si poteva far di meglio, vedendo i risultati), donandomi e insegnandomi l’amore, dimostrandomene più di quanto un essere umano possa sperare di ricevere durante una vita intera.
Mi avete accompagnato, tenendomi la mano per un’infinità di scalini ed ora siamo alla cima; sono passati anni da quando mi avete insegnato a camminare, eppure siete sempre lì ad assicurarvi che io non cada (comunque sbilanciato dalla testa grossa devo dire che non è facilissimo) e spero di trovarvi sempre lì ogni volta in cui mi girerò.
A voi dico grazie, per essere i genitori che probabilmente non merito ma che ho avuto la fortuna di avere.
Se continuate così non vi mando alla casa di riposo, ve lo giuro. 

A Zia Katina, madre surrogata, sorella, amica, cugina, compagna delle scuole elementari, nipote di Mubarak, moglie di Obama, donna dalle mille sfaccettature, colei che è in grado di essere al contempo dolce quanto un neonato carino (perché parliamoci chiaro, non tutti son carini) e cazzuta quanto Giovanna D’arco
Cosa vuoi che ti dica, non ci sono parole per te se non GRAZIE, grazie per essere quel supporto emotivo di cui ho bisogno, grazie per essere la voce della coscienza che solitamente ignoro, grazie per essere la soluzione ad ogni problema, grazie per essere l’esempio da seguire costantemente, grazie per essere la dimostrazione assoluta del fatto che il tempo è relativo e passa per tutti tranne che per te.
Se dovessi scrivere una lista completa di tutti i motivi per cui dovrei ringraziarti, non basterebbe un giorno solo per scrivere, però ti basti sapere che se non esistessi, cercherei un laboratorio scientifico russo di quelli un po’ loschi dove fanno gli esperimenti sugli animali, solo per inventarti.
Te lo prometto, se dovessi mai diventare famoso, ti faccio uscire con Baglioni una sera.
P.s. Peccato solo per quelle piccole pecche a livello culinario, però farò finta di niente in questo caso. 

A Rocchino, fratello amico fratello, nato probabilmente da genitori diversi e scambiato nella culla (fortunatamente direi) da qualche infermiere un po’ rincoglionito e con qualche deficit dell’attenzione da non sottovalutare.
A te voglio dire grazie prima di tutto per essere così, tanto genio quanto trimone, sei da sempre la rappresentazione di quello che io vorrei essere, un esempio costante da seguire su tutti i fronti, perché oltre ad eccellere in tutto quello che fai, dimostri di essere umano (anche se molto spesso è stato messo in dubbio), mostrandoti presente anche a km di distanza.
Grazie a te, perché molto di quello che sono e sarò è anche merito o colpa tua, a tua totale discrezione.
O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare Rocchino.
Molte persone possono dire di avere un fratello, io invece posso vantarmene.
Stai tranquillo, anche se Tonali è andato via, io ci sarò sempre, cioè poi se mi arriva una proposta da 80 mln poi capiamo, però è improbabile.
P.s. Lo so che mi prenderai in giro per essere stato così sentimentale, scusa. 

A Zia Amelia, la professoressa di vita e di tutte quelle materie che a scuola non avrei studiato nemmeno se mi avessero pagato per farlo.
A te voglio dire grazie, un grazie immenso, che va oltre ogni tipo di parentela.
Al mondo sono poche o forse non esistono le persone a poter vantare di avere 5 nonni, beh io sono uno di questi, perché anche se l’albero genealogico dice altro, per me è così.
Ah e soprattutto grazie a te perché senza di te, chissà che costumi da bagno orrendi avrei messo in questi anni. 

Alla mia famiglia tutta, ad Alessandro, Antonio, Francesca, Francesca, Luigi, Mariella, Mario, Michela, Michele, Pasquale, Patrizia, Patrizia, Roberta Grande, Roberta Piccola, Tommaso, voglio dire grazie per essere quella fusione perfetta tra i Cesaroni e Un Medico in Famiglia (ovviamente senza quelle situazioni strane e incestuose), che il Mulino Bianco potrebbe farci una serie di pubblicità almeno per 20 anni ispirandosi a noi.
A voi dico grazie per essere sempre presenti, nel bene e nel male, per garantirmi quel nido sicuro in cui rifugiarmi in ogni momento difficile, per avermi dimostrato e trasmesso l’importanza della famiglia e di quell’amore puro che va oltre ogni cosa, perché con una famiglia come voi a guardarmi le spalle, non avrò mai bisogno di guardarmi indietro.
Una menzione speciale va alla piccola in arrivo, sappi che ringrazio anche te (anche se non ci sei ancora), ti troverai bene, non poteva capitarti famiglia migliore.
Un’altra menzione speciale va alla parmigiana di zia Mariella, grazie anche a te.
Vabbè vi voglio bene, scusatemi ancora per le poesie, cercherò di migliorarne la qualità in futuro. 

Ai miei amici, Antonio, Ciccio, Dario, Felice, Fra, Franchino, Gianluca, Leonardo, Maurizio, Nico, Vincenzo; solitamente nei ringraziamenti, le persone che parlano dei propri amici, quelli con cui si condivide tutto, parlano di una seconda famiglia o cose simili, per carità, non che sia diverso per me, però io sono etero quindi eviterò di dirlo.
Mi avete spesso detto che il giorno della mia laurea, vi sareste presentati con i vostri figli e probabilmente i figli dei vostri figli ma ahimè non è andata così, ci ho provato, ve lo giuro, però nessuno di voi ha ingravidato nessuna, nemmeno così in modo fortuito, quindi ho deciso di laurearmi comunque.
Ma tornando a noi, gli inglesi dicevano “L’occhio l’hai buttato” e non si sbagliavano nel dirlo, perché voi ne siete la dimostrazione, in quanto parafrasando questa citazione mai detta da un inglese, un occhio su di me l’avete sempre buttato, mi avete sempre aiutato e consolato, non lasciandomi solo anche quando probabilmente l’ho meritato.
Avete sempre creduto in questo traguardo e mi avete spronato, con i vostri successi ed i numerosi ricatti morali a non essere da meno, perché squadra vincente non si cambia e vi dirò, la nostra non la cambierei nemmeno in caso di sconfitta.
Grazie di tutto, vi prometto che quando sarà il giorno, non mi tirerò indietro per portarvi ad uno ad uno sulla mia spalla. 

Ad Aurora, figura incredibilmente mistica, diciamo che se ci fosse una sua rappresentazione iconografica, sarebbe un animale con le sembianze di un gatto mezzo grosso e mezzo magro, di quelli docili che però se si incazzano ti graffiano gli occhi ( soprattutto gli ultimi 10 giorni del mese) e poi dopo 10 min vengono a leccarti le ferite per i sensi di colpa, facendoti dimenticare tutto quello successo in precedenza. Vabbè, tralasciando questa descrizione stupida e senza senso, a te voglio dire grazie per essere apparsa così dal nulla, come quelle figure che nei film vengono mandate dall’aldilà per guidare le persone alla felicità, aiutandole a risolvere tutti i problemi accumulati sino a quel momento. Perché si, tu sei arrivata così, dal nulla, senza che nessuno ti avesse chiamata, con un mantello rosso e la “S” di “Superzita” stampato sul petto e sei atterrata sulla terra dal pianeta Borgo San Francesco pronta a combattere affinché ci fosse pace sulla mia di terra, accogliendone ogni diversità, facendola tua e amandomi come se non ci fossero mai stati milioni di anni luce a dividerci fino a quel momento. Non so se su questa terra esiste una kriptonite anche per te ma se dovesse esistere, ti prometto che farò il massimo affinché non ti faccia mai del male.
Adesso però che finalmente questa laurea è finita e non devi più farmi da maestra di sostegno che segue i bambini speciali per farli studiare ogni giorno (unico motivo per cui oggi siamo qui a festeggiare, altrimenti col cazzo che mi laureavo), posso tornare a svegliarmi tutti i giorni alle 14? Grazie.

A Gaetano, ragazzo dai vizi particolari, ragazzo con il minor numero di giovedì su questa terra, che fa invidia per carenza di giovedì anche ai migliori negozi alimentari della zona.
A te voglio dire grazie in particolare, perché abbiamo iniziato insieme questo percorso e senza il tuo aiuto non so quanto sarei arrivato infondo (That’s what she said).
Mi è dispiaciuto non finire insieme e non poter festeggiare insieme, motivo per cui dovrò impegnarmi il doppio per festeggiare con entrambi, dato che io almeno ti ho invitato alla mia seduta. SBAM.

Ad Angelica, amica di una vita, sorella, signora delle pulizie, un po’ albina ed un po’ tamarra, con quella propensione verso gli uomini con la pochette e i mocassini.
A te devo dire grazie perché ti sei sempre presa cura di me, con i tuoi 750 anni riuniti nel corpo di un puffo della zona artigianale, mi hai fatto da amica, sorella, zia, mamma, nonna, dottoressa, infermiera, bagnina, salumiera, astronauta, otorinolaringoiatra, carpentiera, ecc., quindi in sintesi, mi sei sempre stata accanto e per me vale tanto. Non so come tu faccia a sopportarmi, giuro, non so proprio come tu ci riesca, però è questo che conta, che per quanto tutto il resto sia cambiato negli anni, ci sono certezze che per fortuna non cambieranno mai, soprattutto il fatto che sei permalosa e un po’ pesante ahahahah.
Mi sembra giusto menzionare nei ringraziamenti per te, la tua fedele compagna, la tua spalla o diciamo più che una spalla, la tua carrozzina: Alessia.
Se voi due vi fondeste in un solo corpo penso sareste la fusione tra la nonna di Titti e Barbara D’Urso, motivo per cui non vi si può scalfire.
Non cambiate mai, anche perché poi chi cazzo si deve occupare dei miei problemi? 

A Podcast Leggerissimo, programma radiofonico digitale dai grandi contenuti ma soprattutto dalle grandi persone, voglio dire grazie, perché mi avete dato una speranza.
Quando ci siamo conosciuti non avevo ben chiari quali fossero i miei progetti di vita (non che adesso siano chiarissimi) e non sapevo bene cosa volessi fare nella vita, sapevo solo che mi piaceva tanto fare l’idiota in pubblico nella speranza che la gente non mi prendesse a pomodori.
Voi mi avete dato un obiettivo e mi avete dimostrato che forse forse, anche se male, c’è qualcosa che voglio fare nella vita e che spero di riuscire a fare, quindi grazie per avermi fatto stare bene, regalandomi un qualcosa che difficilmente riuscirò a trovare altrove.
Farò questo nella vita? Non lo so, però se dovessi finire per fare tutt’altro, sappiate che sono contento di averlo fatto solo con voi.
Menzione speciale va a Davide, uomo dalla grande pazienza, capace di stimolare e ritrovare i talenti della gente, accumulando tutto lo stress del mondo e senza mai mandare a fanculo nessuno.
Quindi ve lo prometto, se dovessi mai diventare famoso, ogni tanto vi mando le foto, perché chi cazzo vi conosce, l’autografo al massimo vi posso fare. 

A Valentina, amica di una vita, probabilmente la sorella che non ho mai avuto e che mia madre non è riuscita a darmi, dato che quando ero piccolo e le proponevo di rubare una bambina nei centri commerciali non era mai d’accordo, quindi mi sono dovuto accontentare ed eccoci qui a scriverti i ringraziamenti.
Sono passati tipo 14 anni da quella volta in cui una ragazza goffa con i capelli rasati al lato e una “r” moscia non indifferente mi avvicinò in spiaggia chiedendomi se potesse scattarle una foto incredibilmente boomer.
Sono successe un sacco di cose da quel momento, sono cambiate le nostre vite, siamo cambiati noi, sono cambiate le tue infinite città in cui hai vissuto, però ci sono due cose che non potranno mai cambiare:
1. I motivi per cui ti incazzi con me, perché quelli sono sempre li stessi quindi amen.
2. Il fatto che a prescindere da tutto e da tutti, non esiste cambiamento che possa impedirmi di esserci e che possa impedirmi di sapere che ci sei.
Schlappschwanz. 

A Federica, poetessa contemporanea, la penna migliore del West, l’unica in grado ad avvicinarsi a Nino D’Angelo a livello di labor limae.
Ricordi quando sono venuto a Firenze e abbiamo passato tutte le giornate insieme?
Ecco, io non me lo ricordo perché effettivamente non è successo, quindi diciamo che prima di ringraziarti mi sa che mi conviene chiederti nuovamente scusa per quello.
Adesso che ci siamo tolti davanti le scuse che ritengo comunque necessarie, è giusto passare ai ringraziamenti.
A te voglio dire grazie perché sei capace sempre di portare una ventata d’aria fresca (spesso e volentieri condita con copiose aggiunte di lamentele), con i tuoi casini, le tue storie di vita, con tutto quello che ti porti dietro, affrontando tutto con una forza che probabilmente non riuscirai mai ad insegnarmi.
FUSC DA FOGG, NO P FOGG MA P’I FUGGN 

A te che stai leggendo quindi, a prescindere che tu appartenga ad una categoria sopra citata o meno, voglio dire grazie, semplicemente per essere qui oggi e dirti che probabilmente, nel piccolo o nel grande, in base a quello che hai fatto per me, se sei qui oggi, il merito è mio ma soprattutto tuo.

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GRAZIE, VI AMO.
Con affetto, il vostro Antonio di quartiere. 

Fatto con amore dal ‌

Sapo